I numeri dello Stalking in Italia

stalking

Oltre 11 mila casi finiti in un’aula di tribunale negli ultimi due anni, ben 51.079 le denunce effettuate dal 2009, quando in Italia è entrata in vigore la legge contro lo stalking. Numeri che parlano di un fenomeno in crescita, come denunciano troppo spesso i più sanguinosi fatti di cronaca. Per aiutare le donne – che rappresentano l’84% del totale delle vittime – a difendersi è nato il manuale anti stalking, al quale è seguita un’app gratuita. In pochi passi entrambi gli strumenti spiegano cosa sia lo stalking, chi sia uno stalker e come sia possibile uscire da questo tunnel. L’app Stop stalking è disponibile in cinque lingue – italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo – ed è uno strumento che consente anche di chiedere aiuto in tempo reale. Grazie alla collaborazione con il centro di ascolto e sostegno Telefono Donna.

I dati più recenti parlano di un fenomeno in costante aumento: in tutto il territorio nazionale proprio telefono Donna ha prestato soccorso a oltre 91 mila persone dal 1992 a oggi. Nell’84% dei casi si tratta di donne con un’età media (37% dei casi) compresa fra 25 e 34 anni. Ragazze, insomma, che hanno studiato e lavorano. Il 30% è dipendente, il 24% casalinga. La maggior parte delle violenze avviene fra le mura di casa, come confermano i dati: il 60% delle vittime è sposata, il 72% ha figli. E, infatti, sono soprattutto gli ex mariti o compagni che non accettano la separazione a colpire: nel 57% dei casi lo stalker è proprio il partner, mentre nel 25% è un ex. A fronte di questa escalation di violenza, in Italia solo il 7% delle vittime ha il coraggio di denunciare. Per questo è stato messo a punto il manuale che, in 12 mosse, spiega come comportarsi.

1. Chiarire allo stalker di non avere più alcuna intenzione di proseguire alcun tipo di relazione con lui/lei.
2. Cercare di evitare contatti con lo stalker. Se lo si incontra, mantenere un atteggiamento neutro ma fermo e deciso, evitando di manifestare qualsiasi tipo di emozione. Non ricorrere a minaccie di alcun tipo.
3. Ignorare telefonate, sms, email dello stalker. Ogni comunicazione, anche negativa, viene interpretata erroneamente. Può essere utile acquistare una seconda scheda telefonica.
4. Evitare un ultimo incontro con lo stalker, nonostante le numerose suppliche.
5. Studiare un piano di sicurezza che consenta di sentirsi sicuri facendo una lista dei numeri utili, e fornendo ad amici, familiari e colleghi informazioni sulla situazione. Dare loro una foto del molestatore.
6. Adottare altre misure preventive per tutelare la privacy e la sicurezza, rendendo sicure porte e finestre, usando una casella di posta privata, dando il proprio indirizzo solo agli amici più fidati, tenendo in macchina una borsa per le emergenze e del denaro.
7. Cambiare spesso le proprie abitudini di vita, percorrendo sempre strade diverse, cambiando i luoghi frequentati abitualmente, parcheggiando in posti sicuri e ben illuminati e cercando, se possibile, di non viaggiare da soli.
8. Raggiungere un luogo affollato o la caserma più vicina se ci si accorge di essere seguiti, non raggiungere mai la propria abitazione e non fermarsi.
9. Evitare di cercare tra amici e parenti dei possibili mediatori con lo stalker.
10. Evitare di farsi giustizia da soli.
11. Tenere un diario nel quale annotare tutti i tentativi di contatto dello stalker e le relative emozioni provate.
12. Prendere contatti con le forze dell’ordine e con i servizi del territorio che forniscono assistenza legale e psicologica.

http://d.repubblica.it/attualita/2014/10/31/news/violenza_stalking_manuale_12_mosse_app_stop_stalking-2355168/

Sap: “Reati in aumento, polizia sotto organico e leggi inadeguate”

Reati

“Le grandi città, come Milano, Bologna e Trento, hanno fatto registrare anche nel 2014 un aumento significafivo dei reati: le denunce relative a scippi ed estorsioni sono incrementate nel capoluogo lombardo, rispettivamente, del 16,7 per cento e del 9,1 per cento, mentre nella città felsinea nel secondo semestre 2014 le rapine sono cresciute del 10 per cento. A Trento invece i furti hanno fatto registrare un più 15 per cento. Non va meglio nelle piccole realtà, basti pensare che ad Arezzo lo scorso anno c’è stata una rapina ogni 4 giorni mentre a Cuneo le rapine sono aumentate del 42 per cento. Incremento dei furti anche a Siracusa con un balzo del 7 per cento”. Lo afferma Gianni Tonelli, segretario generale del Sap, che cita cifre e numeri elaborati dall’ufficio studi del sindacato sulla base di dati ufficiali del Viminale e delle altre forze dell’ordine.
“Si tratta di dati che devono far riflettere – dice Tonelli – e che devono soprattutto far comprendere a chi ha responsabilità politiche e di Governo che cosi non possiamo andare avanti. Purtroppo anche l’ultima legge di stabilità ‘massacra’ donne e uomini in divisa con tagli pesanti che incidono su organici, mezzo e strutture, senza contare l’ormai prossima chiusura di 251 presidi di polizia. I tagli agli organici, in particolare, si riflettono soprattutto nei settori operativi: l’assenza di 18.000 operatori nella sola Polizia di Stato e di 40.000 uomini in tutte le Forze dell’Ordine debilita fortemente il potere di prevenzione e quello di repressione dell’apparato della sicurezza”.
“Non parliamo poi – conclude il leader del Sap – dei problemi legati al codice penale e alla procedura penale, oltre alle previsioni contenute nella legge delega 67/2014, che riguarda la parziale depenalizzazione dei reati la cui pena è inferiore a 3 anni. Senza un’inversione di tendenza, il quadro negativo relativo alla sicurezza nel nostro Paese non potrà che aggravarsi nel 2015”.

http://www.italpress.com/politica/49193/sap-reati-in-aumento-polizia-sotto-organico-e-leggi-inadeguate

Persone scomparse, 30mila in Italia. La metà sono minori

Minori e anziani, italiani e stranieri, uomini più che donne, di ogni classe sociale. E’ un identikit molto generico quello della persona scomparsa, perché il “fenomeno drammatico”, come lo ha definito il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è diffuso in ogni fascia sociale e d’età e su tutto il territorio, dal Nord al Sud. L’ultimo numero che fotografa questa realtà è 29.763: tante sono le persone che risultano tuttora scomparse in Italia in una lista aperta nel 1974 ed alla quale solo nei primi mesi di quest’anno si sono aggiunti altri 558 nomi.

Le loro foto sono affisse nelle pareti o sepolte nei cassetti delle questure di tutta Italia: assieme sono come una cittadina svanita nel nulla. Parlando al convegno internazionale “La scomparsa di persone: una sfida per i Paesi Ue”, promosso presso la Scuola superiore dell’Amministrazione, Alfano lo ha definito un fenomeno che “desta allarme sociale”, perché “dietro ognuno di quei numeri c’è una persona che non si trova e il pianto dei familiari disperati”.

Le principali cause, ha spiegato il ministro, “sono l’allontanamento volontario, disturbi psicologici, il diventare vittime di reato e poi ci sono altri due fenomeni: gli anziani affetti da Alzheimer e la crisi economica che fa aumentare disturbi e crisi depressive portando i soggetti ad allontanarsi dal proprio ambiente”. Negli ultimi due anni sono state registrare oltre 23mila denunce di scomparsa. In realtà, se si guarda alle cifre, la prima ragione è collegata al problema dell’immigrazione di massa degli ultimi due decenni ed al sistema di accoglienza dei cosiddetti minori non accompagnati.

Stranieri.
Quasi 20mila, gli stranieri rappresentano il grosso degli scomparsi in Italia. Il numero è ancora più drammatico se si considera che quasi 13 mila di essi sono minorenni. “In grande maggioranza si tratta di ragazzi che si allontanano volontariamente dalle abitazioni o dalle comunità cui vengono affidati. Ma ci sono anche – ha spiegato Alfano – i minori sottratti da uno dei coniugi e quelli vittime di reato”. Sul totale pesano altre incognite legate al fenomeno migratorio: di frequente i migranti fanno perdere le proprie tracce volontariamente per spostarsi in altri Paesi, ma sul destino dei minori in fuga molte associazioni hanno spesso lanciato l’allarme.

Donne. Spaventa anche il dato femminile. Soltanto nel 2012 sono sparite due donne ogni giorno, in media, dal 1974 a oggi più di 200 ogni anno; un terzo del totale delle persone di cui non si hanno più notizie. Anche in questo caso, la maggior parte delle denunce riguarda cittadine straniere (5.720), mentre le italiane sulla lista sono 580. Gli uomini sono 20.463, di cui 14.227 stranieri. Gli italiani spariti all’estero, invece, sono 178 dei quali 131 maggiorenni, 21 over 65 e 26 minorenni.

Crisi e femminicidi, la relazione del commissario – Sui casi femminili e sulla crisi, tra l’altro, insiste molto la relazione presentata dal commissario straordinario nominato dal governo sul fenomeno: “La crisi economica sta portando nel nostro Paese un aumento delle ‘povertà sociali’, materiali e immateriali – si legge nella relazione – . Prendiamo atto di operai in cassa integrazione, madri di famiglia che perdono il part time, ma anche manager, imprenditori, ricercatori che escono dal mondo del lavoro. Questa umanità ghermita dalla crisi – evidenzia ancora la Relazione – che qualche volta protesta e denuncia, spesso non traduce in processo sociale il proprio disagio e preferisce abbandonare tutto e tutti, anche la propria famiglia, forse a causa della indifferenza che accompagna il fenomeno. Si spiegano in tal modo i due terzi delle scomparse con motivazioni di ‘allontanamento volontario’. Si spiega, inoltre, il fenomeno odioso della violenza di genere e del ‘femminicidio’ connesso alle numerose scomparse di donne”.

Dall’anno della sua costituzione, nel 2007, l’Ufficio del Commissario di governo per le persone scomparse, “ne ha censito oltre 2.500, di cui la metà minorenni. Una percentuale pari al 40% circa del totale, sono donne straniere e/o comunitarie”.

Il fenomeno sul territorio
– Il Lazio è in testa nella triste classifica delle persone scomparse con 6.766 casi, seguito dalla Sicilia (3.900), dalla Lombardia (3.680), dalla Campania (3.146) e dalla Puglia (2.475). Ma per il ministro Alfano c’è una buona notizia, crescono i ritrovamenti: su 140 mila denunce di scomparsa dal 1994, sono state recuperate le tracce di 110 mila persone. Il commissario straordinario del governo per le persone sparite, il prefetto Vittorio Piscitelli, ha rilevato che “è un fenomeno non solo italiano, in altri Paesi le cifre sono ancora più allarmanti. Si registra un fortissimo aumento dei numeri negli ultimi due anni e occorre alzare il livello di guardia”.

Corpi senza volto. C’è un altro numero, nascosto dietro queste cifre: dal 30 giugno 2014 ci sono 1.283 corpi non ancora identificati nei vari obitori italiani, molti dei casi censiti sono rappresentati dai migranti annegati. Sono ancora 197 i corpi da identificare del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013.

Suicidi per ragioni economiche in aumento
– La relazione del commissario straordinario ha preso in esame anche i suicidi, rilevando che “nel 2013 sono state 149 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni di ordine economico, rispetto agli 89 casi registrati nel 2012: un suicidio ogni due giorni e mezzo”. Secondo la Relazione, che tiene conto di analisi del Censis e di Link Lab (Laboratorio di ricerca socio-economica dell’Università Link Campus University), “sale quindi a 238 il numero complessivo dei suicidi per motivi legati alla crisi economica, registrati in Italia nel biennio 2012-2013”. Dunque, “nell’ultimo quadrimestre del 2013, i suicidi riconducibili a motivazioni economiche rappresentano circa il 40% del totale registrato nell’intero anno”. Non solo: “Un suicida su due è imprenditore, ma in un anno – segnala la relaziona- è raddoppiato il numero dei disoccupati suicidi”, mentre “è triplicato anche quello degli ‘occupati’, per un fenomeno che non conosce più differenze geografiche” e si registra al Sud come al Nord.

Nel 2013, evidenzia infine la Relazione, anche “il numero più elevato dei tentativi di suicidio si registra ancora una volta tra coloro ai quali la crisi economica ha portato via il lavoro ma anche la speranza di proseguire o ricostruire altrove il proprio percorso professionale. Seguono gli imprenditori e i lavoratori dipendenti.

http://www.repubblica.it/cronaca/2014/10/24/news/persone_scomparse_alfano_italia-98899117/

L’evoluzione dei furti di auto

furti di auto

Ahimè, i furti in Italia sono molto frequenti. Per i furti di auto si parla di circa un furto ogni 5 minuti.

Tutti noi desideriamo proteggerci da questa sgradita eventualità, ma sembra proprio che le tecniche usate dai malviventi corrano pari passo con l’evoluzione degli antifurti, diventando sempre più innovative.

Inutile nascondere che le compagnie assicurative che offrono la garanzia furto e incendio si trovano davvero a disagio di fronte a questi furti super tecnologici: non lasciano traccia, non presentano scasso e sono sempre più irriconoscibili da una truffa assicurativa.

Esistono persino pirati informatici che si intromettono nel software che gestisce la vostra auto, sempre più computerizzata e paradossalmente più violabile.

I metodi che i nuovi ladri di auto stanno mettendo a punto sono in grado di eludere meccanismi di protezione avanzati e di volgere a proprio favore sistemi innovativi come le chiavi di prossimità.

Appostati in grandi parcheggi, magari comodamente seduti nella loro auto, i ladri utilizzano un dispositivo chiamato Jammer. Il dispositivo permette di schermare una porzione di spazio sufficientemente ampia da impedire al telecomando della vostra chiave di prossimità di chiudere realmente le portiere. Vi allontanerete in tranquillità dall’auto pensando di averla chiusa, ma non sarà così.
Nei grandi parcheggi, quindi, controllate sempre le portiere prima di allontanarvi.

Altro scherzetto è una sorta di “gioco di specchi”. Nel caso delle chiavi di prossimità, il dispositivo Keyless invia un segnale all’auto, che lo riconosce e si sblocca.
In questo caso i ladri devono necessariamente agire in coppia: pedinandovi, uno dei due complici tenta di “rimbalzare” il segnale della vostra chiave di prossimità in direzione dell’auto mentre il socio dovrà solo mettere in moto e partire, non avendo più bisogno della chiave per accendere l’auto.

http://blog.directline.it/assicurazione-auto-moto/come-ti-rubano-lautomobile-i-ladri/

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