Category Professione detective

Il tiro

Vediamo come impugnare la pistola: si spinge al centro della biforcazione formata dai metacarpi del dito pollice e dell’indice, in modo che l’avambraccio e l’arma stessa formino una linea retta con lieve prevalenza d’appoggio sul metacarpo del pollice; il palmo della mano deve aderire perfettamente alla parte dorsale dell’impugnatura, in modo da non lasciare alcun vuoto.
Con le tre dita inferiori si avvolge i maniera naturale l’impugnatura, senza esercitare un’azione muscolare di forte contrazione, perché la pressione effettuata va distribuita in modo omogeneo fra le dita sulla parte anteriore dell’impugnatura e il pollice, che deve essere posizionato a contatto della carcassa e disteso. Il dito indice va disteso lungo l’arma all’altezza del grilletto di scatto.
Il prolungamento dell’asse dell’arma, quando questa è impugnata in modo corretto, deve cadere e corrispondere il più possibile a quello dell’avambraccio che la regge; infatti impugnando l’arma in maniera corretta, la reazione della stessa durante lo sparo avverrà lungo il solo asse longitudinale, provocando un innocuo effetto di rinculo rettilineo. Nella realtà operativa, per aumentare i punti di sostegno dell’arma, sia per il tiro lento mirato che per il tiro rapido, può risultare utile impugnarla con ambedue le mani.
La mano dominante sosterrà l’arma come nel tiro lento mirato, mentre l’altra mano si posizionerà sopra quella dominante racchiudendola nel palmo; i due pollici risulteranno essere a contatto e paralleli e la posizione delle dita della mano di sostegno potrà variare a seconda del tipo di tecnica che verrà utilizzata.
Meno perentorie sono le prescrizioni che riguardano la posizione del corpo del tiratore, che potrà assumere, rispetto al bersaglio, un angolo che può variare tra i 60 e i 90 gradi, riferendosi all’asse dell’avambraccio teso in direzione del bersaglio rispetto all’asse immaginario che attraversa le due spalle.
Se vogliamo posizionarci in modo ottimale dovremo assumere con il corpo un angolo di 45 gradi rispetto alla linea di tir.

Scorta a due elementi

Con questa formazione siamo nelle condizioni di operare permettendo, in tale contesto, al secondo uomo di assumere la funzione naturale di uomo di coda.
L’uomo di coda si muoverà su indicazione del capo scorta in funzione delle varie circostanze, e come si può notare nel disegno assumerà le funzioni di uomo di punta o uomo di fianco. Inoltre il capo scorta dovrà variare il proprio cono d’osservazione in base alla posizione che avrà assunto il secondo uomo di scorta (nel disegno il blu). Non siamo ancora nelle condizioni di garantire una protezione al 100%.

Scorta ad un elemento

La posizione corretta dell’operatore è più arretrata rispetto al Vip, per ampliare il cono di visuale, e far rientrare in esso l’intera figura dello stesso per proteggerlo in modo migliore.
Naturalmente l’operatore si muoverà in avanti o indietro a seconda delle esigenze che al momento si evidenzieranno, senza trascurare frequenti osservazioni dalla parte opposta del cono di osservazione, come da esempio raffigurato.
In questo tipo di scorta non si è nelle condizioni di tutelare e proteggere il Vip al 100%.

Pianificazione di una scorta all’interno di un locale o ristorante

Per la sosta al ristorante gli operatori scorta, che anticipano l’arrivo del Vip, dopo avere fatto una ricognizione esterna ed interna con relativa bonifica, dovranno scegliere il tavolo che andrà ad occupare attenendosi a precisi canoni quali:

1. Il tavolo non dovrà essere al centro della sala, in quanto sarebbe esposto a 360°, rendendosi difficoltoso il controllo della clientela presente nel locale.
2. Non dovrà avere finestre vicine che permettano dall’esterno la vista del vip (…).
3. Non dovrà essere distante dall’uscita di emergenza che verrà utilizzata in caso di uscita rapida.
4. Non dovrà essere visibile dall’ingresso del locale per non renderlo visibile immediatamente dall’esterno.
5. Non dovrà essere subito individuato da coloro che entrano nel locale ove è sistemato e, se non ci sono altre possibilità, può essere mascherata da paraventi o vasi con piante in modo che il personale di scorta possa intervenire in tempo.

Altrettanto importante è la scelta del tavolo che verrà occupato a turno dagli operatori scorta e che dovrà avere le seguenti caratteristiche:

1. Dovrà essere situato nelle vicinanze di quello occupato dal Vip in modo da poterlo immediatamente raggiungere e proteggere in caso di aggressione.
2. Essere posizionato in modo tale che gli operatori scorta possano controllare l’intera sala ed avere sotto controllo visivo tutti i presenti.
3. orientato in maniera tale che gli operatori scorta possano avere ben in vista gli accessi alla sala e all’ingresso, così da poter controllare chi entra e chi esce.
4. Non dovrà essere vicino all’ingresso in quanto, in caso di irruzione di aggressori, gli addetti alla sicurezza non avrebbero il tempo di alzarsi.

Di basilare importanza per un operatore scorta è l’osservazione e la memorizzazione dei volti, degli aspetti e dell’abbigliamento che indossano coloro che si trovano nei luoghi di permanenza del Vip, in questo caso specifico non devo essere sottovalutati ma tenuti sotto controllo particolarmente i movimenti, gli scambi di ammiccamenti e segnali di tutti i presenti e, non ultimi, gli accessori quali borse e valigie. (…)

Tecniche di tiro

Anche per l’acquisizione delle tecniche di tiro più sofisticate, come il tiro rapido mirato e quello rapido istintivo con le varie posizioni ed estensioni ad essi connesse, è necessario applicarsi con la base dell’uso delle armi e cioè con il “tiro lento mirato”.
(…) è assurdo sperare di diventare un esperto di tiro rapido senza essere prima in grado di usare  un’arma nel tiro lento mirato. (…) Nella pratica l’uso dell’arma nel tiro pone seri problemi e difficoltà, come ci insegna l’esperienza di quasi tutti i tiratori che pure hanno già avuto pratica con altri tipi d’arma, quella cioè di riuscire a mettere a segno anche pochi colpi al loro primo approccio della pistola.
La pistola è un’arma difficile da usare ed è proprio per questo motivo che il suo utilizzo suscita interesse.
Con la pistola si spara con una o due mani, generalmente a braccia tese poiché la distanza che separa il mirino dalla tacca di mira è breve.
E’ nota la regola secondo la quale quanto maggiore è la distanza tra gli organi di mira, tanto più apprezzabili e controllabili sono i movimenti dell’arma e la facilità di ottenere una buona precisione. Nelle armi conosciute come “lunghe”, ovvero fucili e carabine, la distanza degli organi di mira, cioè tacca di mira e mirino, si aggira intorno ai 60-70 centimetri, mentre nella maggior parte delle pistole varia dai 15 ai 25 centimetri.
Il segreto per rendere minore questa particolare caratteristica strutturale della pistola risiede nella precisa conoscenza e messa in atto delle regole fondamentali della disciplina di tiro.

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